Ansia da prestazione e impotenza sessuale psicologica
Quotidianamente ricevo diverse richieste da parte di ragazzi giovani, spesso adolescenti, che mi esplicitano una problematica specifica: l’ansia da prestazione sessuale. L’ansia da prestazione sessuale, chiamata spesso impotenza sessuale psicologica, è una difficoltà in notevole aumento, in grado di debellare notevolmente il benessere psicofisico della persona, compromettendo l’autostima, la visione di se, l’equilibrio psicologico e diventando la causa principale di un successivo disturbo dell’umore. Le dinamiche psicologiche che sostengono e auto-alimentano l’ansia da prestazione sessuale sono tipicamente comuni in tutti i disturbi d’ansia e il trattamento segue in grandi linee lo stesso protocollo terapeutico, tenendo sempre presente dell’individualità di ogni persona.
Generalmente l’ansia da prestazione sessuale viene superata attraverso un percorso breve, basato sul tecniche di desensibilizzazione sistemica e ricostruzione cognitiva, portando la persona a eliminare i pensieri disfunzionali e le azioni di evitamento che aggravano la sintomatologia. In questo breve articolo, descriverò in modo semplice le cause e le dinamiche psicologiche che sono alla base dell’ansia da prestazione sessuale, che determinano l’impossibilità di avere e di mantenere un’erezione sufficiente per un rapporto sessuale soddisfacente.
Le dinamiche psicologiche dell’ansia da prestazione sessuale
Ridotta autostima, scarsa fiducia in se stessi, elevata preoccupazione, tensione muscolare, nervosismo, insicurezza, frustrazione, sconforto, senso d’inefficienza e simili, sono le tipiche sensazioni ed emozioni che ogni uomo descrive quando gli chiedo di verbalizzare liberamente la propria difficoltà sessuale. Può sembrare semplicistico ma la causa (e la soluzione) che genera l’impotenza sessuale di tipo psicologico, è da riscontrare proprio in queste emozioni. Le emozioni hanno un’importanza deterministica su tutto il nostro corpo e maggiormente sul processo che consente di avere e mantenere l’erezione.
Le emozioni sono costituite da diverse componenti legate tra di loro:
- la prima componente e quella cognitiva, che consente d’interpretare la situazione e gli stimoli;
- la seconda componente è quella fisiologica, che causa l’aumento della frequenza cardiaca e l’aumento della circolazione sanguigna;
- la terza componente è quella espressiva che manifesta esternamente sensazioni vissute all’interno del corpo e della mente;
- la quarta componente dell’emozione è quella comportamentale che permette di far fronte allo stimolo esterno attraverso la fuga o l’attacco.
Questa è la descrizione generale del processo implicito all’emozione ma in merito all’ansia da prestazione sessuale è evidente che se le quattro componenti non sono correlate tra di loro in modo funzionale o solo una di essa è compromessa, il soggetto non riesce ad avere/mantenere l’erezione.
Facciamo un esempio pratico e specifico dell’ansia da prestazione sessuale per comprendere meglio le dinamiche dell’emozione. La prima componente è, come ho accennato, la componente cognitiva. Prima di una prestazione sessuale, la persona con ansia specifica tenderà a pensare in termini negativi (non riuscirò ad avere l’erezione – non riuscirò a soddisfarla – farò una brutta figura – penserà che il mio pene è di piccole dimensioni). E’ sufficiente compromettere la componente cognitiva, applicando questi errori cognitivi, deduttivamente errati, per far si che tutte le altre componenti (attivazione fisiologica, espressiva e comportamentale) vengano attivati e direzionati in modo disfunzionale. Il pensiero “non riuscirò ad avere l’erezione” aumenterà la frequenza del battito cardiaco, la sudorazione, l’imbarazzo, e porterà al fallimento/evitamento dell’attività sessuale. S’innescherà quindi un circolo imperfetto di pensieri e azioni che alimenteranno e manterranno l’ansia da prestazione sessuale, con il risultato che l’erezione diventerà sempre un processo difficile da ottenere. Si manifesterà quella che il Prof. Giorgio Nardone definisce “profezia che si auto-avvera”.
In parole semplici, si reiterano dei pensieri e dei comportamenti che spingono la persona verso una cronicizzazione del problema che può diventare da episodico a costante. E’ evidente a tutti che l’erezione del pene segue processi mentali e fisiologici integrati in modo funzionale, ed è sufficiente applicare un approccio mentale errato per debellare anche le funzioni fisiologiche. La persona che non riesce ad avere o mantenere l’erezione a causa di fattori psicologici, è una persona preoccupata e insicura in merito alle sue capacità sessuali. E’ una persona che applica una valutazione errata alla sessualità, che non vive con naturalezza le emozioni e le difficoltà che possono sorgere con l’incontro dell’altro. Di conseguenza l’eccessiva preoccupazione e tutti i comportamenti a essa associati, limitano l’eccitazione sessuale prima e durante il rapporto sessuale, e i processi fisiologici non vengono attivati adeguatamente, causando a secondo dei casi, una mancanza totale di erezione, un’erezione poco intensa o di breve durata, difficoltà a mantenerla o una diminuzione improvvisa.
Cura e trattamento impotenza sessuale psicologica
Vivere con una difficoltà riguardante la sfera sessuale è molto compromettente per il benessere individuale e di coppia. Sono molte le coppie che a causa di un rapporto sessuale compromesso iniziano ad allontanarsi emotivamente, a creare rapporti extraconiugali e dichiarare la fine di una relazione. Moto spesso chi soffre di ansia da prestazione sessuale mette in atto, come in tutti i disturbi d’ansia, l’evitamento della situazione temuta. In sintesi, una volta riscontrato che l’attività sessuale crea ansia, paura, panico e frustrazione, il soggetto tende a evitarla, minimizzandone l’importanza affettiva ed emotiva per la coppia. L’evitamento diventa la “soluzione disfunzionale”, che elimina l’ansia della sessualità ma esclusivamente attraverso l’abbandono di tale attività.
Una volta escluse le cause mediche è importante chiedere una consulenza psicologica per iniziare a individuare i pensieri e i comportamenti messi in atto per risolvere il problema ma paradossalmente elementi che alimentano il disturbo.
In commercio sono presenti numerosi farmaci che possono aiutare chi soffre di ansia da prestazione ma è importante ricordare che tale strategia per affrontare il problema non risolverà il problema, ma al contrario lo rendere nel tempo ancora più difficile da trattare. Il farmaco interviene sul sintomo ma non va a lavorare sui pensieri che causano l’impotenza.
<<Per una problematica di natura psicologica serve un intervento psicologico>>
L’intervento psicologico sarà basato su protocolli validati scientificamente, adattandoli alle risorse della persona. Il lavoro si focalizzerà sull’analisi delle “tentate soluzioni”, ossia dei comportamenti che vengono messi in atto per risolvere la problematica ma che inconsapevolmente la sostengono e la alimentano; sulla destrutturazione e ricostruzione di pensieri e modi di agire funzionali; su superamento dell’ansia attraverso protocolli di desensibilizzazione sistemica. Si lavorerà inoltre sull’autostima e sulla visione di sè e del rapporto sessuale.
Conclusioni
L’impotenza sessuale di natura psicologica è una problematica specifica che ha il potere di debellare non solo la relazione di coppia ma indirettamente anche i rapporti sociali, lavorativi e lo stato di salute. L’intervento quindi sarà focalizzato sulla remissione del sintomo, ma mirerà anche a migliorare il benessere e lo stato di salute generale della persona e della coppia coinvolta. Il lavoro terapeutico sarà guidato da regole precise e da obiettivi da raggiungere gradualmente per “toccare con mano” il miglioramento, in modo tale da procedere con efficacia verso un altro step di cura.
A secondo dell’intensità dell’ansia, della cronicizzazione del disturbo, disponibilità economica e motivazione al cambiamento si valuterà la cadenza degli incontri. Il cambiamento non avverrà solo in seduta ma soprattutto tra il tempo che intercorre tra una seduta e l’altra. Dopo la prima consulenza che potrà avvenire in studio o attraverso strumenti di comunicazione a distanza, Psicologo e Paziente, valuteranno se iniziare un percorso di consulenza guidato. Il lavoro sarà bidirezionale e sarà concretizzato solo se l’obiettivo prefissato è raggiungibile. Personalmente ho trattato diversi casi d’impotenza sessuale di natura psicologica, sia con l’adolescente sia con l’adulto, riscontrando nel breve e lungo tempo buoni risultati terapeutici. Ricordo sempre che l’importanza qualitativa della relazione tra paziente e terapeutica è alla base di ogni intervento e consulenza di natura psicologica.
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