Curare e gestire l’ansia

Curare e gestire l’ansia generalizzata

Il disturbo d’ansia generalizzato è uno dei disturbi presenti nella categoria nosologica del DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) e si differenzia dagli altri disturbi d’ansia per caratteristiche specifiche, in particolare presenta i seguenti sintomi:

  • Ansia e preoccupazione (attesa apprensiva) eccessiva;
  • Difficoltà per il soggetto di controllare la preoccupazione;
  • L’ansia e la preoccupazione sono associate a 3 (o più) dei seguenti sintomi: irrequietezza, facile affaticamento, irritabilità, difficoltà di concentrazione, tensione muscolare, disturbi del sonno.

Chi soffre del disturbo d’ansia generalizzato presenta i sintomi sopra citati per la maggior parte dei giorni, per almeno sei mesi e il quadro sintomatico causa disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento negli ambiti di vita importanti (lavoro, scuola, famiglia).

Il disturbo d’ansia generalizzato è un disturbo che si differenzia dall’ansia positiva e funzionale, poiché le preoccupazioni riguardano svariate situazioni di vita, sono persistenti, intense e difficili da controllare.

Nonostante l’ansia è spesso etichettata, unicamente nella sua funzione disfunzionale è opportuno ricordare che l’ansia non è un processo da eliminare, ma al contrario è uno strumento da gestire al meglio. È infatti uno degli strumenti elettivi che possediamo geneticamente, un meccanismo di sopravvivenza straordinario, poiché è un automatismo del nostro cervello che si attiva quando siamo in pericolo, quando percepiamo intorno a noi una situazione ostile. Ed è proprio in una situazione ostile che il sistema nervoso simpatico prende il predominio su tutte le funzioni neurovegetative, attivando il meccanismo di “attacco e fuga” permettendoci di pensare e agire velocemente, di gestire efficacemente la situazione stressogena, con un unico e solo obiettivo: sopravvivere.

Saper gestire le proprie emozioni, trasformare la paura in coraggio e non cadere in panico (evitando di sviluppare tutti i sintomi propri di questa situazione) rappresenta una capacità che riveste un’importanza fondamentale per la nostra incolumità fisica e psichica. Soprattutto chi svolge lavori o ruoli che hanno a che fare con situazioni ad alto tasso stressogeno (cecchini, poliziotti, vigili del fuoco, medici, addetti alla sicurezza) sa bene quando è importante mantenere la calma, gestire al meglio l’ansia e la paura in situazioni in cui tutti la perdono. L’ansia è quindi uno strumento che va strumentalizzato a proprio favore e cercare di debellarla completamente, attraverso psicofarmaci o trattamenti che non tengono conto della sua originaria funzione, rappresenta un rischio e una perdita di tempo e di denaro.

Quando il disturbo d’ansia generalizzato non è cosi intenso da compromettere completamente ogni capacità cognitiva, da compromettere ogni attività comportamentale di contro-evitamento è possibile riscontrare ottimi risultati imparando a conoscerla e a gestirla efficacemente, trasformandola nella sua originaria funzione biologica: proteggerci.

Caratteristiche, sintomi e dinamiche dell’ansia generalizzata

Come ho accennato nel quadro sintomatico sopra descritto, l’ansia generalizzata è uno stato di preoccupazione costante generalizzata verso molteplici situazioni che declina le normali attività dell’individuo. È causata e alimentata da pensieri irrazionali, catastrofici, da comportamenti difensivi di evitamento, da un’iperattivazione fisiologica, che si evidenzia attraverso la sudorazione, l’aumento della frequenza cardiaca, il tremore, le palpitazioni e altri sintomi specifici dell’ansia. L’individuo si sente irrequieto, insicuro, ha la sensazione di non poter controllare gli eventi e questi pensieri provocano ulteriori sintomi, come affaticamento, astenia, nervosismo, poiché i muscoli e i processi cognitivi sono iper attivati. consumando molta energia psicofisica.

La persona con disturbo d’ansia generalizzato cerca sempre di far fronte al suo stato ansiogeno ricercando rassicurazione dagli altri (tale strategia disfunzionale è presente anche in altri disturbi) ma paradossalmente questa ricerca indirettamente alimenta la sua ansia. Chiedere aiuto, delegare un compito o come in questo caso, ricercare rassicurazione nell’altro, aumenta la disistima nelle risorse personali, invece di affrontare e superare lo stato di paura. Inoltre la rassicurazione ottenuta grazie alla presenza di un “accompagnatore” sarà nulla quando l’individuo sarà nuovamente da solo, con un’amplificazione dei sintomi ansiosi. Pertanto, la rassicurazione di un’altra persona vicina potrà essere efficace solo a breve termine e aiutare solo a gestire piccole crisi di ansia ma non potrà aiutare realmente la persona a gestire la sua ansia patologica. Lo stesso discorso può essere fatto sull’assunzione di psicofarmaci ansiolitici, i quali consentiranno di diminuire l’intensità dell’ansia ma non aiuteranno la persona a comprendere l’origine dell’ansia e come sopra citato, a trasformarla in risorsa.

La ricorrente ricerca di aiuto e protezione che il soggetto ricerca negli altri è uno degli elementi che è necessario destrutturare per la remissione sintomatologica del disturbo. Per bloccare tale richiesta, il maestro Giorgio Nardone ha elaborato una particolare tecnica orientata a creare una paura più grande che possa inibire quella presente.

Ogni qualvolta che chiediamo aiuto e lo riceviamo, riceviamo contemporaneamente due messaggi: uno, evidente, è “ti voglio bene, ti aiuto e ti proteggo”. Il secondo, meno evidente, più sottile ma più forte, è “io ti aiuto perché da solo non sei capace, perché da solo non puoi farcela”. Nel lungo termine, il secondo di questi messaggi contribuisce non solo a far persistere, ma ad aggravare i sintomi dell’ansia. Attraverso l’analisi delle funzioni di rassicurazione e aiuto che l’individuo ansioso ricerca persistentemente è possibile bloccare tale processo e promuovere comportamenti e pensieri di controevitamento e di elaborazione della paura, eliminando la delega e potenziano l’autostima e la fiducia in se stessi.

Come il lettore può immaginare, esistono comportamenti e pensieri che in maniera implicita alimentano l’ansia, anche se apparentemente possono apparire come ottime strategie per debellarla. Si può intervenire efficacemente sul disturbo d’ansia generalizzato individuando ed eliminando proprio tali comportamenti disfunzionali, in concomitanza all’acquisizione di tecniche di respirazione validate scientificamente, che possano aiutare a diminuire la sintomatologia.

Curare e gestire l’ansia generalizzata: conclusioni

L’ansia è un processo psicofisico che riguarda ogni individuo e si manifesta in molteplici situazioni di vita. L’ansia che sperimentiamo prima di un esame universitario, prima di un colloquio di lavoro o in generale prima di una situazione per noi importante è un’ansia positiva che ci permette di essere meglio preparati e attenti (ansia di stato). Al contrario quando l’ansia è eccessiva, sproporzionata e compromette le nostre capacità, diventa un’ansia negativa. Imparare e gestire questo processo (o a bloccarlo quando è diventato antiproduttivo) è fondamentale poiché vivere perennemente in uno stato d’iperattivazione fisiologica e di perenne paura, è fortemente invalidante.

L’intervento psicologico mira al potenziamento delle risorse della persona, attraverso l’utilizzo di metodi e tecniche efficaci per la gestione dell’ansia. Evitare di affrontare l’ansia, di conoscerla, evitare di chiedere aiuto equivale ad alimentare l’ansia stessa, nutrendola quotidianamente. Nell’articolo esercizi per bloccare l’ansia è possibile imparare una tecnica usata in ambito militare e in ambito clinico per la gestione del panico e della paura.

Consigli

  • Quando sei in ansia, usa la respirazione;
  • Cerca gradualmente di affrontare le tue paure;
  • Inizia a crede di più in te stesso/a;
  • Chiedi aiuto allo Psicologo.

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About Author

Giorgio Spennato

Psicologo Clinico Forense, iscritto all'ordine degli Psicologi della Regione Puglia, referente nazionale in materia di criminologia e sicurezza per IKMI. Psicologo a Gallipoli - Lecce

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