Prevenzione e recupero dipendenze patologiche

Prevenzione e recupero dipendenze patologiche

Quando prendiamo in esame la problematica delle dipendenze patologiche, nella loro specificità (dipendenza da sostanze psicoattive/psicotrope, dipendenza da internet, alcolismo, gioco d’azzardo patologico, ecc.) notiamo con facilità, che analizziamo un fenomeno visibilmente molto diffuso ed estremamente radicato nella nostra società. Se si hanno dubbi su tale affermazione, è possibile leggere l’ultimo report dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS, 2012) per avere un’idea più chiara della diffusione delle dipendenze patologiche, o semplicemente visitare un quartiere della propria città particolarmente “fiorente” in tal senso.

È dovere di ogni professionista di aiuto, di ogni istituzione scolastica e sanitaria, intervenire per debellarle e contrastarle in termini preventivi e riabilitativi ogni forma di dipendenza patologica. Io ho dichiarato “guerra” a tale fenomeno, offrendo tutta la mia competenza e professionalità a servizio di ogni adolescente, di ogni persona.

La dipendenza fisica e psichica delle dipendenze

In ambito medico e psicologico, la parola dipendenza esprime l’incapacità di fare a meno di una persona (dipendenza affettiva) o il bisogno inderogabile di assumere una sostanza o un farmaco (tossicodipendenza, alcolismo) o si esplicita attraverso comportamenti patologici compulsivi in cui non è implicata l’assunzione di alcuna sostanza (gioco d’azzardo patologico, cybersexual). In termini generali possiamo definire la dipendenza come un’alterazione del comportamento, che si manifesta prevalentemente con il bisogno infrenabile di ricercare “l’oggetto” del piacere. Per oggetto, a secondo dei casi, s’intende: droga, alcool, internet, pornografica, gioco d’azzardo, partner, ecc.

I testi internazionali di riferimento (DSM-V e ICD-10) per la diagnosi delle dipendenze patologiche, indicano come elemento cardinale la perdita del controllo volontario del comportamento. La perdita di un controllo consapevole, la ricerca assidua, il bisogno psicofisiologico, l’ossessione, portano l’individuo a mettere in atto comportamenti disfunzionali e delinquenziali, con un forte declino nelle attività sociali, famigliari e lavorative. L’intervento per contrastare le dipendenze patologiche, deve in primo luogo essere di prevenzione primaria (ovvero evitare che una malattia insorga), attraverso interventi informativi e psicoeducativi, offerti dalla scuola, dalla famiglia, dalle istituzioni, con la finalità di aumentare la percezione del rischio, sviluppare abilità socio-affettive, definite dall’organizzazione mondiale della sanità come “skillis for life” (competenze per la vita), che possano proteggere la persona da ogni forma di dipendenza patologica. In parole semplici, è necessario fornire a ogni persona gli strumenti tali da proteggerlo dall’autodistruzione delle dipendenze.

 

La consulenza psicologica per prevenire e debellare la dipendenza patologica

Per intervenire su una dipendenza patologica (uso di sostanze, gioco d’azzardo patologico, alcolismo, ecc.) è necessario in primo luogo capire perché una persona si “rivolge” a una sostanza o reitera un comportamento disfunzionale, nonostante possieda una moderata consapevolezza della dannosità. La ricerca del piacere, è indubbiamente la motivazione più evidente, ma non è sufficiente per spiegare la perdita assoluta del controllo del comportamento e il reiterarsi di un comportamento che giorno dopo giorno distrugge ogni aspetto di vita. Bisogna in primo luogo comprendere il “perché nascosto”, intervenire per renderlo consapevole, rielaboralo in funzione adattiva, offrendo alla persona coinvolta modalità di pensiero e di comportamento che possano contrastare tale dipendenza.

Per liberarsi di una dipendenza è necessario e strategico intervenire sul piano cognitivo e comportamentale, estinguendo e sostituendo i comportamenti disfunzionali con modalità di pensiero e di azione più adattivi e funzionali. Aiutare una persona a “disintossicarsi” da una dipendenza patologica è un lavoro complesso, che presuppone di una diagnosi e di una valutazione approfondita, di un lavoro psicologico e farmacologico (quando necessario), della collaborazione diretta della famiglia e del contesto sociale. La cura farmacologica, se pur necessaria in molti casi, non è sufficiente per l’eliminazione della dipendenza, attenua la sintomatologia, ma non consente d’intervenire direttamente sui pensieri e sulle motivazioni che spingono la persona verso la dipendenza. È opportuno che l’individuo sia sostenuto da un trattamento farmacologico (a secondo del caso) e da un intervento psicologico, per far sì che il soggetto passi da una situazione che “subisce”, a una situazione a cui “agisce”.

La consulenza e il sostegno psicologico hanno in primo luogo l’obiettivo di bloccare il reiterarsi di comportamenti peggiorativi, la presa di coscienza del problema, lo sviluppo di risorse interne di protezione, rendendo la persona non il destinatario passivo di un intervento, ma l’agente principale di un percorso di ricostruzione attiva della propria identità. Non è possibile generalizzare un intervento riabilitativo uguale per ogni persona, poiché ogni persona ha le proprie motivazioni, le proprie ferite, i propri vuoti esistenziali, tali da predisporlo verso la dipendenza sviluppata. La consulenza e il sostegno psicologico per le dipendenze patologiche è quindi un intervento personalizzato che aiuta la persona a far fronte alla propria dipendenza, prima che questa possa prendere il sopravvento totale sulla propria mente e sul proprio comportamento.

 

Quando siamo di fronte a una dipendenza patologica?

Nonostante esistono diverse forme di dipendenza patologica, i sintomi e gli indicatori dall’allarme sono generalmente uguali per ogni dipendenza e possono variare qualitativamente solo di poco, da individuo a individuo. I sintomi maggiormente visibili sono l’ossessione verso l’oggetto-dipendenza, la tolleranza, l’astinenza, la perdita di controllo e la perdita di tempo. Chi ha sviluppato una dipendenza ha un pensiero ricorrente e persistente verso l’oggetto che definisce la sua dipendenza, ha bisogno di assumere (nel caso di sostanze, farmaci o alcool) quantità sempre maggiori; sente il bisogno fisico e psichico quando l’effetto è scomparso; ha un’evidente perdita di controllo e tende a trascurare ogni attività che non sia in qualche modo finalizzata a soddisfare la dipendenza. Esistono anche “indicatori dall’allarme” o segnali di pericolo: improvvisi cambi di umore, ansia, aggressività ingiustificata, insonnia, perdita dell’appetito, insonnia o sonno prolungato, perdita d’interesse, scarsa energia, apatia, calo scolastico o lavorativo, problemi economici, della prestazione sessuale, perdita o aumento significativo del peso corporeo, scoppi d’ira o di pianto. Nell’ambito psicologico o psichiatrico non esistono sintomi assoluti o generalizzabili a ogni persona, ogni situazione necessita sempre di una valutazione approfondita, attraverso strumenti psicodiagnostici validati scientificamente. È fondamentale quindi non generalizzare o estremizzare un sintomo, ma chiedere una consulenza a un esperto per chiarire ogni eventuale dubbio e intervenire preventivamente per debellare ogni forma di sviluppo.

 

Le maggiori dipendenze patologiche

Ogni tipo di dipendenza è cattiva, non importa se il narcotico è l'alcol o la morfina o l'idealismo. 

Carl Gustav Jung

About Author

Giorgio Spennato

Psicologo Clinico Forense, iscritto all'ordine degli Psicologi della Regione Puglia, referente nazionale in materia di criminologia e sicurezza per IKMI. Psicologo a Gallipoli - Lecce

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