Assunzione di droghe in adolescenza

Assunzione di droghe in adolescenza

In questo articolo cercherò di rispondere alle tipiche domande che quotidianamente numerosi genitori mi chiedono in merito all’uso e abuso di droga in adolescenza. Il lettore potrà molto probabilmente rispecchiarsi nella preoccupazione espressa da un altro genitore e ricevere delle risposte che possano orientarlo al meglio. È opportuno sottolineare che le domande e le risposte date non potranno mai essere esaustive alle molteplici situazioni che possono riguardare il singolo ragazzo. Per una valutazione approfondita e un supporto specifico è necessaria sempre una consulenza privata.

Molti genitori mi chiedono:

Come posso capire se mio figlio si droga?

Partiamo dal presupposto che non esiste un solo indicatore che possa farci capire palesemente che nostro figlio assume sostanze psicotrope, ma possono esserci una costellazione d’indicatori e sintomi, che validano e confermano la nostra paura. Io consiglio sempre di partire da ciò che è evidente, ciò che si vede negli atteggiamenti e comportamenti del ragazzo, tenendo conto dei comportamenti che si discostano dalla sua personalità. Comportamenti o reazioni inusuali, come scatti d’ira, nervosismo ingiustificato, impulsività, crisi di pianto, isolamento sociale, evitamento del contatto fisico e oculare, non dicono che nostro figlio assume sostanze stupefacenti nello specifico, ma esprime che vi è un problema. Un problema importante. Allarghiamo quindi la nostra ricerca, soffermiamoci a capire cosa accade nel ragazzo, cambiamo prospettiva. In questo modo avremo maggiori possibilità di capire se nostro figlio assume droga o il suo comportamento dipende da altri fattori.

Quali sono i campanelli d’allarme per capire se mio figlio si droga?

Esistono alcuni indicatori comportamentali che non dobbiamo mai sottovalutare per prevenire comportamenti e fattori di rischio per il suicidio, assunzione di droga o alcool. Tra questi indubbiamente rientrano:

  • Comportamenti violenti e aggressivi ingiustificati
  • Sbalzi d’umore improvvisi
  • Trascuratezza e abbandono delle passioni
  • Cambiamenti improvvisi delle amicizie
  • Abbandono o forte peggioramento scolastico
  • Disorganizzazione del ritmo sonno/veglia
  • Cambiamenti alimentari con attacchi di fame improvvisa
  • Demotivazione, disattenzione, disinteresse generalizzato
  • Isolamento dalla famiglia e assenza di comunicazione
  • Ansia e attacchi di panico

Un singolo indicatore non può indicare che nostro figlio assuma droga, ma quanti più ne coesistono tra di loro, tanto più vi è la possibilità che sta percorrendo una strada molto pericolosa: usa o si sta avvicinando al contesto della droga. In ogni caso, di fronte a questi segnali d’allarme è importante non saltare alle conclusioni e mantenere la calma. Rimproveri, colpevolizzazioni o divieti non aiutano, ma possono notevolmente peggiorare la dinamica implicita del ragazzo.

È importante non dimenticare che durante l’adolescenza il ragazzo può sperimentare una crisi, più nello specifico ciò che lo psicoanalista Erik Erikson (1902-1994) definiva crisi d’identità. Secondo il suo punto di vista, tra dodici-quattordici e i diciotto-diciannove anni, il ragazzo lotta per acquisire un’identità stabile e integrata. La transizione dall’infanzia all’adolescenza è un momento difficoltoso che vede la coesistenza di due opposte tendenze: una prima che spinge verso il ruolo dell’adulto, in buona parte sconosciuto e per alcuni versi inquietante, ed un’altra dominata dalla riluttanza a lasciare un mondo sicuro e garantito, come quello dell’infanzia, con il suo ruolo di bambino. La crisi di identità di cui parla Erikson nascerebbe dal tentativo messo in atto dall’adolescente di superare la confusione e l’ambivalenza tipica del periodo, per lasciare infine spazio pieno alla propria identità, con le sue peculiari caratteristiche di stabilità, coerenza e individuazione. Comprendiamo bene quindi che non esistono indicatori assoluti per capire se il comportamento dipenda dalla droga o da altri motivi.

Come aiutare nostro figlio che (forse) si droga?

Prima di parlare di cosa è necessario fare per aiutare un ragazzo che sta attraversando un periodo difficile, dobbiamo soffermarci su cosa non dobbiamo fare. Punizioni, svalutazioni, violenze, accuse o simili non fanno altro che peggiorare drasticamente lo scenario. Può sembrare banale sottolinearlo, ma spesso molti genitori, presi dall’esasperazione, dalla paura e non sapendo cosa fare “perdono la testa” mettono in atto comportamenti peggiorativi. Uno stile autoritario e proibitivo rischia solo di stimolare la ribellione e la chiusura nel ragazzo. Restiamo calmi e usiamo l’empatia e l’ascolto attico e cerchiamo di comprendere il punto di vista di nostro figlio. Per capire cosa accade dobbiamo promuovere un rapporto che si basi su una comunicazione autentica e comprensiva. Cerchiamo quindi di “avvicinarci al suo mondo” con delicatezza, ascoltandolo e cercando di creare un contatto che possa motivarlo a esprimere il suo vissuto emotivo. Durante le mie sedute uso spesso il termine “parlare con il cuore”, ossia con quel linguaggio profondo di noi stessi che oltrepassa aspettative e doveri e esprime profondamente la nostra comprensione e la nostra disponibilità all’aiuto.

Quale stile educativo devono assumere i genitori per prevenire l’uso della droga?

assunzione di droghe

Anche a questa domanda ci riporta a comprendere che non esiste una “ricetta preconfezionata funzionale” in quanto ogni genitore è portatore dei propri vissuti e delle proprie esperienze passate e a suo volta dello stile educativo che ha ricevuto durante l’infanzia e adolescenza. In tal senso si parla dei MOI (modelli operativi interni) che influenzano tutte le relazioni future. Pur proponendo quindi la nostra personalità e la nostra vita educativa, possiamo comunque orientarci verso stili educativi positivi, che possano promuovere nei confronti dei nostri figli autonomina, equilibrio e responsabilità. Lo stile educativo autorevole è quello maggiormente conosciuto nelle scienze umane, fondato su regole e linee guida che il ragazzo è tenuto a seguire. Non si tratta di regole rigide da rispettare senza obbiezioni e riflessioni ma al contrario come indicatori comportamentali che è corretto apprendere. L’approccio autorevole è quindi democratico, dove il dialogo e la discussione tra genitore è figli è lecita e mira a comprendere il significato delle azioni. Il genitore inoltre valorizza e ascolta le esigenze del ragazzo, riconoscendo la sua indipendenza. Anche la fiducia è un altro elemento cardine dello stile educativo, la quale viene promossa e valorizzata. Le regole e le negazioni sono quindi chiare e lineari, vengono spiegate e motivate. Questo non significa che si deve lasciare libertà assoluta al ragazzo ma applicare la giusta autorevolezza.

Conclusioni

L’assunzione di sostanze stupefacenti è “sempre una guerra” è la guerra è sempre caratterizzata da lacrime e dolore. È opportuno di conseguenza non sottovalutare il sospetto che l’adolescente possa assumere sostanze psicotrope, anche se occasionalmente. La droga non è un periodo, non è solo il sabato sera, non è solo quella leggera. La droga è sempre un problema e nel tempo diventa progressivamente sempre più grande e difficile da debellare.

Il supporto psicologico, la psicoterapia cognitivo comportamentale e sistemico familiare, sono gli strumenti elettivi e scientificamente validati per far fronte alla dipendenza da sostanze stupefacenti. Per saperne di più puoi leggere Prevenzione e recupero dipendenze patologiche

Consigli

  • Mantieni la calma e analizza bene tutti gli aspetti
  • Promuovi un dialogo con il ragazzo
  • Non sottovalutare la situazione
  • Chiedi il supporto a uno specialista

Per una consulenza psicologica in studio o online visita la mia pagina Psicologo a Lecce

 

About Author

Giorgio Spennato

Psicologo Clinico Forense, iscritto all'ordine degli Psicologi della Regione Puglia, referente nazionale in materia di criminologia e sicurezza per IKMI. Psicologo a Gallipoli - Lecce

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