Uscire e superare la depressione
Il senso comune utilizza spesso il termine depressione, impegnandola per definire normali cali e andamenti nel tono dell’umore, che colpiscono di tanto in tanto ogni persona. Sentirsi saltuariamente tristi, malinconici, con un leggero senso di vuoto, è del tutto normale, anzi, dovremmo preoccuparci se cosi non fosse.
La depressione nel suo significato clinico si differenzia dal normale andamento del tono dell’umore che colpisce ogni persona “sana di mente”, poiché è totalizzante, pervasiva e compromette significativamente il normale funzionamento della persona in ambito sociale, affettivo, famigliare e lavorativo. La depressione (più esattamente il disturbo depressivo maggiore) è caratterizzata dai seguenti sintomi, che si manifestano per tutto il giorno, quasi tutti i giorni:
- Umore depresso;
- Perdita d’interesse e di piacere;
- Significativa perdita di peso o aumento di peso;
- Agitazione o rallentamento psicomotorio;
- Mancanza di energie e faticabilità;
- Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi;
- Scarsa capacità di pensare, di concentrazione e indecisione;
- Pensieri ricorrenti di morte, ideazione suicidaria.
I sintomi, come riportato, sono presenti per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, per un periodo superiore a due settimane e rappresentano un cambiamento evidente rispetto al normale funzionamento cognitivo e comportamentale, tipico della persona. La diagnosi si basa proprio sulla valutazione di questi criteri in concomitanza all’osservazione, all’anamnesi e all’analisi clinica, desunta attraverso test psicodiagnostici e colloqui clinici.
È importante sottolineare che i sintomi sopra citati possono manifestarsi come normale risposta a perdite significative, ad esempio dopo la fine di una relazione relazione d’amore importante, a seguito di un lutto, a causa di un cambiamento lavorativo, finanziario o relazionale, pertanto la diagnosi di disturbo depressivo maggiore o disturbo depressivo persistente deve essere formulata, valutando attentamente eventuali risposte normali a situazioni critiche.
Premesso e sottolineato che il disturbo dell’umore si differenzia dal normale andamento che colpisce ogni persona è importante porre l’accento non solo sulla gravità della malattia ma anche le sue caratteristiche implicite.
Il disturbo depressivo maggiore (la forma più grave della depressione) compromette principalmente quattro aree:
- Il tono dell’umore
- La psicomotricità
- Il funzionamento cognitivo
- Il sistema cognitivo.
Il tono dell’umore è fortemente compromesso, caratterizzato dalla prevalenza di sentimenti negativi, come tristezza, angoscia, disperazione. La persona si sente e si percepisce stanca, priva di energie, con scarso piacere nel fare le cose (anedonia), con un radicato disinteresse verso le attività che prima la gratificavano. Il senso di vuoto è persistente e assorbe ogni attività quotidiana, provocando una perdita di efficacia ed efficienza lavorativa, relazionale e sociale. Anche il comportamento e l’attività psicomotoria esprimono gli stessi sentimenti. I movimenti sono infatti rallentati, l’individuo appare ed è fragile, trasandato e trascurato nella cura dell’immagine di sé e nell’igiene personale.
Il funzionamento mentale è inefficiente, poiché vi è scarsa capacità di concentrazione, di ragionare deduttivamente e la memoria è compromessa, i pensieri ricorrenti riguardano una forte svalutazione di sé, con sentimenti di autocolpevolizzazione e disistima, che possono in casi gravi, sfociare in deliri o allucinazioni uditive di tipo denigratorio.
Anche il ritmo sonno veglia subisce una destrutturazione nel suo equilibrio, può manifestarsi insonnia o ipersonnia (eccessiva sonnolenza diurna), l’appetito diminuisce e causa un forte dimagrimento o al contrario l’individuo tende a mangiare in modo irregolare e aumentare notevolmente di peso.
Il disturbo depressivo maggiore inoltre presenta spesso un altro tasso di suicidi poiché è presente l’ideazione suicidaria. Secondo le statistiche, due tersi dei pazienti affetti dal disturbo depressivo maggiore tentano il suicidio o nei casi estremi, ricorrono all’omicidio-suicidio.
Come uscire dalla depressione e aiutare una persona depressa
Ho velocemente analizzato alcuni aspetti del disturbo depressivo maggiore, cercando di rendere noto che, quando parliamo di depressione, a prescindere delle sue diverse forme (depressione maggiore, distimia, depressione post partum, ecc.) parliamo di un disturbo grave, estremamente pericoloso soprattutto se viene sottovalutato. L’intervento per uscire e superare la depressione non è semplice, la persona depressa ha perso ogni motivazione, si sente stanca, fragile, e fortemente vulnerabile, motivo per il quale, chi non riconosce tale gravità, rischia di compromettere notevolmente il quadro clinico. La persona depressa non va colpevolizzata, poiché si colpevolizza già da sé e in questo caso, la tecnica “aggiungere altra legna per spegnere il fuoco” non funziona.
L’individuo al contrario va sostenuto, motivato a intraprendere un percorso di sostegno psicologico, il quale potrà destrutturare e ristrutturare i pensieri che alimentano negativamente il tono dell’umore, sostituendoli con pensieri e comportamenti più adattivi e funzionali. Il clinico che prende in carico una persona che soffre di depressione, dovrà essere in grado di realizzare un rapporto empatico, basato su fiducia reciproca, intervenendo in concomitanza a ripristinare il normale funzionamento. L’intervento psicologico consentirà di intervenire sull’autostima, sui sentimenti inappropriati di colpa, sui comportamenti disfunzionali che la persona reitera, e se la sintomatologia è intensa e invalidante, si potrà richiedere l’intervento dello Psichiatra, il quale prescriverà psicofarmaci finalizzati a ridurre l’intensità dei sintomi.
L’assunzione degli psicofarmaci sarà necessaria soprattutto se i sintomi sono cosi pervasivi, se la persona non sarà in grado di lavorare mentalmente su aspetti del problema e sull’analisi delle dinamiche psicologiche. Dall’altro lato, la sola assunzione di psicofarmaci non consentirà di intervenire sulle cause del disturbo e di rielaborare il vissuto, pertanto l’intervento combinato (Psicologo – Psichiatra) diventa, in alcuni casi necessario per la cura e il trattamento del disturbo depressivo maggiore.
Uscire e superare la depressione: conclusioni
Abbiamo visto come il termine depressione, nel suo significato clinico, si differenzia notevolmente dal normale e occasionale calo dell’umore che colpisce tutti. La depressione è un disturbo mentale invalidante e pericoloso, soprattutto se sottovalutato, poiché la persona può, in casi estremi mette in atto comportamenti rischiosi per se stesso o per i propri famigliari. Riconoscere la depressione diventata quindi fondamentale, non solo in termini di prevenzione, ma anche per indurre la persona depressa a intraprendere un percorso di cura. L’intervento psicologico, la cura farmacologica oggi possiedono moltissimi protocolli validati scientificamente che consentono in breve tempo di debellare questo disturbo. Spesso la prima difficoltà è proprio chiedere aiuto. Le parole del medico e scrittore Patch Adams possono farci riflettere profondamente sull’importanza di intervenire preventivamente e globalmente sui diversi aspetti della persona per bloccare l’evoluzione della depressione.
La depressione è un’epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci. Non c’è industria medica che tenga, basta l’amore umano. Patch Adams
È possibile richiedere una consulenza psicologica online o in studio.