La depressione post partum

La depressione post partum: cause, sintomi e trattamenti 

Che cos’è la depressione post partum e come si manifesta?

Minimizzando il significato clinico, potremmo dire che la depressione post partum non è niente! Spesso è la risposta più esaustiva che una donna in cerca di aiuto si sente dire. E’grave sì. Non è grave solo perché la depressione post partum è una patologia “pericolosa” e invalidante, ma è preoccupante, quando non viene riconosciuta, quando è minimizzata, ignorata o definita come debolezza personale.

Diventare madri rappresenta un aspetto di vita importante, generalmente è vissuto con sentimenti di felicità ed entusiasmo. Diventare madri però può essere anche un cambiamento stressante, che destabilizza, perché vengono chiamate in causa esperienze conflittuali passate con la propria madre, carenze affettive mai compensate, traumi mai risolti. Paradossalmente la nascita di un figlio si trasforma nella morte di alcuni aspetti di sè, trasformando un evento dal valore inestimabile, in qualcosa di triste.

Le statistiche affermano che circa la metà delle donne occidentali soffre di un lieve disturbo emozionale transitorio, che si manifesta nei giorni successivi al parto, definito baby-blues. I sintomi principali del baby blues sono caratterizzati da tristezza, stanchezza, crisi di pianto, abbassamento dell’umore. Questi sintomi sono momentanei, tipicamente si manifestano intorno al quarto o quinto giorno dopo il parto ma poi scompare da se. Il baby-blues, definito anche maternity blues è una risposta fisiologica post parto e non è un vero e proprio disturbo, per cui non è necessario preoccuparsi eccessivamente.

Se la sintomatologia persiste nel tempo e diventa invalidante, potrebbe strutturarsi in una vera e propria depressione post partum o in casi più critici, diventare una psicosi puerperale. La madre affetta da disturbo depressivo post partum è una madre assente, con un tono dell’umore depresso per la maggior parte del giorno, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicofisico, mancanza di energie, sentimenti di colpa e auto-svalutazione, difficoltà di pensiero e di concentramento. La depressione post partum non colpisce solo la madre, ma si ripercuote indirettamente sulla salute del bambino, proprio perché il quadro clinico non consente alla madre di far fronte in maniera ottimale alle esigenze fisiche e affettive del proprio figlio.

Le cause della depressione post partum

Le cause alla base della genesi della depressione post partum possono essere svariate e differenti tra donna e donna, poiché possono essere la somma di esperienze passate mai risolte con i propri genitori, possono essere legate a un’insoddisfazione della relazione con il proprio partner (dipendenza affettiva) o per altri fattori che sono latenti. Sicuramente una personalità poco strutturata, che manifestava già problematiche di tipo emotivo, è più predisposta a sviluppare una depressione post partum. In particolare, chi ha vissuto in passato episodi depressivi, disturbi d’ansia e panico, disturbo ossessivo compulsivo, è maggiormente a rischio, rispetto a chi non ha mai manifestato problematiche in tal senso. Le ricerche però non forniscono cause lineari sull’eziologia della depressione post partum, in alcune ricerche si evince un fattore ormonale come causa scatenante il disturbo, in altre ricerche la causa principale è orientata sui profondi cambiamenti dovuti al nuovo ruolo di mamma. Ricercare una sola causa responsabile della depressione post partum, rischia di essere parzialmente sufficiente, in quanto come nella maggior parte dei disturbi psicologici e psichiatrici, le cause sono sempre multifattoriali, la somma e l’influenza di aspetti sociali, biologici e psicologici. Sicuramente comportamenti e abitudini disfunzionali predispongono ogni persona a dei rischi, in particolare i fattori di rischio maggiormente associati alla depressione post partum sono i seguenti:

  • La presenza di uno stato depressivo passato
  • La depressione prenatale durante la gravidanza
  • Bassa autostima e assenza di supporto famigliare
  • Disturbi d’ansia
  • Difficoltà socioeconomica
  • Abuso di alcolici, fumo, cattiva alimentazione
  • Alimentazione artificiale e non allattamento al seno
  • Insoddisfazione coniugale

I sintomi della depressione post partum

Per diagnosticare la depressione post partum è necessario che il quadro clinico soddisfi più elementi sintomatici, in particolare devono essere presenti almeno cinque sintomi sotto elencati, persistenti per almeno due settimane quasi ogni giorno:

  • Umore depresso
  • Perdita della capacità di provare piacere (anedonia)
  • Modificazione peso e/o appetito
  • Alterazione del sonno (aumento/riduzione tempi di sonno)
  • Affaticabilità o mancanza di energie (astenia)
  • Isolamento
  • Sentimenti di colpa e d’inutilità, bassa autostima, impotenza e disvalore
  • Ansia e relativi connotati somatici
  • Perdita della libido
  • Riduzione della concentrazione
  • Pensieri ricorrenti di morte e/o progettualità di suicidio
  • Agitazione / rallentamento psicomotorio

La depressione post partum può essere lieve, moderata, grave. Per ciascun livello di gravità,cambiano le modalità di presa in carico e di trattamento, in ogni caso un percorso di sostegno psicologico è fondamentale, poiché la depressione post partum si ripercuote sulla mamma, sul bambino, sul partner e sul sistema famiglia. Uno strumento efficace per diagnosticare la depressione post partum, oltre al colloquio clinico approfondito, è il test Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS), un questionario autosomministrato, composto da 10 item in grado di fornire informazioni sullo stato psichico della donna. L’EPDS non ha capacità di diagnosticare una depressione futura, non è predittivo ma consente di indagare la presenza di un rischio in quella fase che potrebbe evolversi in una condizione di maggiore o minore gravità. L’EPDS è l’unico test di screening riconosciuto a livello internazionale.

Trattamenti non farmacologici per la cura della depressione post partum

Esistono diversi interventi che possono debellare e impedire alla depressione post partum di cronicizzarsi, tra cui il supporto psicologico, gli interveti psicoeducativi, la psicoterapia. Il supporto psicologico consente alla donna di aprirsi al dialogo e iniziare a verbalizzare le difficoltà riscontrare, individuando le possibili soluzioni, i conflitti che alimentano il disturbo. Essere supportati da uno Psicologo consente in molti casi di frenare lo stato persistente di tristezza e di iniziare a guardare la difficoltà da prospettive diverse e risolutive. La consulenza psicologica e il supporto sono finalizzati a interrompere il circo vizioso di alimentazione patologica, attraverso cambiamenti comportamentali e mentali. In linea con il supporto psicologico specifico per la depressione post partum abbiamo gli interveti psicoeducativi, finalizzati a far conoscere le cause, i sintomi della depressione post partum per permettere al paziente di acquisire un automonitoraggio dei sintomi, volto al miglioramento sintomatico. Gli interventi psicoeducativi coinvolgono anche il partner in quando, come abbiamo accennato la depressione post partum influenza tutto il benessere del sistema famiglia. Un altro intervento specifico per il trattamento della depressione post partum è la psicoterapia, e in particolare la psicoterapia cognitivo comportamentale, in grado si sostituire schemi mentali e credenze disfunzionali con modalità di pensare e agire più adattive.

In questo breve articolo abbiamo descritto la depressione post partum, un disturbo che può essere transitorio, come relazione fisiologica alla nascita di un figlio, allo stesso tempo però la depressione post partum può svilupparsi e diventare estremamente invalidante. Personalmente sconsiglio l’assunzione di psicofarmaci se i sintomi non sono tali da debellare ogni aspetto di vita, molto spesso è sufficiente affrontare il problema con prospettive e modi di agire funzionali e più adattivi.

Affrontare la depressione con i farmaci significa toglierle la parola e proibirsi di capire la sua verità
 (Umberto Galimberti)

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About Author

Giorgio Spennato

Psicologo Clinico Forense, iscritto all'ordine degli Psicologi della Regione Puglia, referente nazionale in materia di criminologia e sicurezza per IKMI. Psicologo a Gallipoli - Lecce

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